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Sestri Levante in pillole… Viale della Rimembranza, L’Hotel Mira

(…) Al numero 15 del viale della Rimembranza, proprio accanto all’Hotel Villa Balbi, si trova un altro prestigioso locale: l’Hotel Mira. Le sue origini sono assai diverse del signorile vicino a quattro stelle, ma non per questo la sua ospitalità è oggi meno pregiata. La storia del Mira ha inizio nel corso della prima metà dell’Ottocento, quando la presenza dei bagnanti era di là da venire e il lavoro lungo la riva del mare era di pertinenza dei pescatori – con il concorso della popolazione tutta a tirare le reti e a scaricare i gozzi dal loro argenteo carico – o dagli equipaggi dei leudi che accostavano fino dove potevano e i loro carichi fatti giungere a riva sia sostenuti dall’acqua oppure nel caso di materiali pesanti, portati a spalle fino alla battigia. La funzione del osterie con uso di cucina era soprattutto quella di luoghi di ristoro per gli addetti a quel genere di lavoro o agli artigiani ed ai commercianti locali che in quel tempo gettavano le basi di una futura economia locale. Ed era appunto in questo contesto che si inseriva l’attività dell’osteria con cucina della signora Palmira, moglie di Emanuele detto “Cilan”, in una costruzione lignea sorta sulla spiaggia, a poca distanza dal mare. Si formava allora anche nell’ambito di quella famiglia la cultura della ristorazione che avrebbe costituito la base dell’attività delle future generazioni e il progresso della città.

Intanto, con la seconda metà del secolo, si faceva via via più crescente la presenza del turismo stagionale che mutava sostanzialmente il tipo di lavoro dei locali come quello gestito dalla signora Palmira e che alle funzioni dell’uso di cucina andavano ad affiancare quelle dell’accoglienza alberghiera. Un lavoro che non poteva più svolgersi nell’originario locale sulla spiaggia. L’obiettivo era quello di spostarsi verso la fila di case in muratura schierate lungo la nuova strada oggi costituita dal viale della Rimembranza.

Ed era in quella fase decisiva per il futuro della piccola azienda che, purtroppo, la signora Palmira Bo – più nota con il diminutivo di “Mira” – venne a mancare affidando sul letto del trapasso la continuità del lavoro ai suoi sette figli e al marito Emanuele.

A farsi carico in prima persona di quella non indifferente eredità fu una delle figlie maggiori, Angela, depositaria delle esperienze materne, che tradusse in realtà quel disegno trasferendo l’attività in una serie di locali situati accanto alla villa Brignole-Balbi secondo quanto aveva progettato la genitrice. Nasceva così la “Trattoria Mira con alloggio” gestita da Angela dapprima con i fratelli fattisi ormai grandi, poi con i figli di questi ultimi grazie anche alla sua longevità che la vide giungere ad oltre novanta anni d’età tenendo saldamente in mano le sorti dell’azienda.

Ma figli e pronipoti non sono stati da meno; evidentemente Palmira Bo – bisnonna degli attuali cugini e proprietari Massimo e Pietro – ha lasciato in eredità alle future generazioni dei saldi principi. Con tali presupposti la Trattoria-locanda Mira era cresciuta in tutti i sensi. Nella prima metà del Novecento il locale era perfettamente in grado di far fronte ai grandi impegni derivanti dall’ormai diffusa attività legata al turismo.

Ma una nuova dura prova attendeva i nipoti di nonna Mira: nel 1943, in pieno periodo bellico, nel corso di uno dei micidiali bombardamenti aerei, un ordigno distrusse in parte l’albergo colpendo in particolare la parte accanto alla Villa Balbi. Fortunatamente fu possibile recuperare i locali caratterizzati dalla tipica forma ad arco acuto dei soffitti, di sconosciuta memoria, ma con la forzata sospensione dell’attività. Per la ricostruzione del locale fu necessario attendere la fine del conflitto.

Nel 1945 il Ristorante Mira, rifatto con i nuovi concetti architettonici che davano modo di migliorare sia lo standard del soggiorno che l’aspetto estetico del locale, riprendeva alla grande l’attività potendo fregiarsi della denominazione di “Hotel”.

Un progresso ulteriormente migliorato con l’adozione del “dehor” esterno che faceva giungere la zona ristorazione affacciata direttamente sul viale della Rimembranza con una splendida vista mare. Gli attuali proprietari Massimo e Pietro, figli rispettivamente di Erica e Giovanni e di Sergio e Ilia, portano avanti una tradizione di accoglienza passata di generazione in generazione che risente dell’eredità morale della signora Palmira, sia pure con le attuali possibilità gestionali.

Questa breve storia vuole essere un esempio riferibile, sia pure con diverse caratteristiche, a molti altri locali sestresi che hanno nella loro memoria le stesse origini di osterie frequentate dai rudi uomini di mare. (…)

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