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Sestri Levante in pillole… i cantieri navali

Con la fine del XIX secolo, mentre i traffici mercantili apparivano in graduale calo a causa dei nuovi assetti mercantili costituiti dai moderni mezzi di trasporto terrestri e marittimi, le tradizionali attività della pesca e della fabbricazione dei gozzi e dei leudi non conoscevano battute d’arresto. 

Nel 1889 Riva Trigoso era stata scelta come luogo ideale per la costruzione delle navi dalla Società Esercizio Piaggio, che poneva le basi per l’apertura di un cantiere navale di grandi dimensioni. Tra i motivi principali di quella scelta, i fondali relativamente profondi che permettevano la realizzazione di grandi navi, e la disponibilità del servizio di trasporto ferroviario. 

I permessi per quella istituzione che sconvolgeva l’antico equilibrio naturale della zona vennero ottenuti abbastanza agevolmente per l’estensione delle produzioni al naviglio militare. 

Una decina di anni dopo, nel 1906, il cantiere navale rivano godeva di un notevole aumento della propria importanza per la fusione della Società Esercizio Bacini con la Cantieri Navali Riuniti, dando vita ai Cantieri Navali del Tirreno.

Come spiega in proposito Stefano Grande nella sua monografia dedicata alla Liguria – Geografia d’ Italia, to 1928 – “La strada al mare, oltre Sestri, costeggia il rettifilo della ferrovia, ci presenta subito Trigoso, o più comunemente Riva Trigoso, un villaggio di poche centinaia di abitanti, ma che al contrario ha un’importanza eccezionale per i suoi vasti cantieri navali (superficie 160.000 metri quadrati) di cui 60.000 coperti da officine, magazzini, uffici, ove i titani del lavoro dominano la materia bruta e creano quei colossi che solcano gli oceani e stringono col commercio i più lontani paesi. Di qui infatti uscirono i piroscafi Dante Alighieri, Giuseppe Verdi, il disgraziato ma per un giorno apprezzatissimo Principessa Mafalda, il Torino, il Roma. 

In complesso il cantiere può occupare 3.000 operai. La città sorge al principio della strada che, lasciata la riva del mare, è percorsa dalla ferrovia in una galleria pressoché continua”. 

Il breve elenco citato dall’autore piemontese ha poi avuto un seguito infinito; per limitarci alle navi da guerra, ricordiamo ancora lo Scirocco, il Carabiniere, l’Andrea Doria. Evidentemente Erasmo Piaggio aveva visto giusto al tempo della sua ricerca ottocentesca; la comunità sestrese – o sarebbe più giusto dire quella rivana – ha voluto giustamente ricordare quel pioniere dell’industria intitolandogli una via del quartiere. 

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