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L’accettazione tacita dell’eredità, rilevanza nella compravendita

20 Ottobre 2019

Accettazione tacita dell’eredità

Molto spesso chi vuole vendere un immobile che ha ricevuto in eredità deve farsi carico di un adempimento oneroso che non sempre comprende ed approva, l’accettazione tacita dell’eredità.

Lo studio notarile per eseguire la pratica chiede al venditore dai 450 ai 600 euro, destinati in buona parte a pagare le imposte e i bolli necessari per la registrazione e per la trascrizione.

Per quale motivo è necessaria?

Quando si stipula un atto di compravendita, il notaio deve garantire all’acquirente che il venditore sia realmente il proprietario del bene.

Il venditore che ha ereditato il bene potrebbe non essere l’unico erede e un testamento, anche se scoperto successivamente, potrebbe nominare altri soggetti determinati a invalidare l’atto. In questo caso l’acquirente rischierebbe di perdere la proprietà del bene acquistato, con tutte le ovvie conseguenze.

Non è rilevante il fatto che il venditore abbia presentato la dichiarazione di successione, in quanto ha valore solo a fini fiscali e non civilistici.

Il notaio non può essere certo che non ci siano altri possibili eredi. Se però il venditore, che è di fatto solo l’erede apparente, esegue l’accettazione tacita a suo favore, l’acquirente in buona fede è sicuro di acquistare il bene, senza rischi.

Se l’acquirente finanzia l’acquisto stipulando un contratto di mutuo, la banca richiede  l’accettazione dell’eredità perché se manca l’ipoteca non è efficace.

Come avviene nella pratica?

Alla stipula dell’atto notarile il notaio raccoglie la dichiarazione del venditore e, in seguito, presenta alla Conservatoria dei registri immobiliari un’apposita nota di trascrizione.

Le successive vendite di altri immobili che sono trascritte nella stessa Conservatoria non richiedono più questo adempimento.

Ci sono altre forme per accettare l’eredità?

L’accettazione dell’eredità può essere anche espressa; in questo caso l’erede con uno specifico atto formale dichiara davanti al notaio la sua volontà di accettare l’eredità. Non sarà più necessarià al momento della vendita l’accettazione tacita.

Poiché accettando l’eredità si diventa responsabili per i debiti contratti dal defunto, per evitare di pagare una somma che eccede il valore dei beni ereditati, si può accettare l’eredità con beneficio di inventario che è una formula articolata in più fasi.

Quando non serve l’accettazione tacita? 

Non è richiesta quando il bene è stato ricevuto a titolo di legato trascritto nei registri immobiliari, non a titolo di eredità. Non è necessaria neppure quando sono decorsi 20 anni dalla morte del defunto, in quanto l’acquirente può far valere i termini per l’usucapione.

Per finire

E’ prassi comune che il notaio chieda l’accettazione tacita per i beni ereditati dal venditore nei dieci anni precedenti, perché dopo dieci anni dalla morte del defunto il diritto di accettazione si prescrive.

Se avete un quesito da pormi in merito a questo post, potete scrivermi a info@effecimmobiliare.com, cercherò di rispondere nel più breve tempo possibile.

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Filippo Casella

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