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Sestri Levante in pillole… Via Cittadella

Con il termine “Cittadella” s’intendeva indicare quell’agglomerato di costruzioni edificato su cocuzzoli collinari composto dalle istituzioni religiose, gerarchiche e dirigenziali nonché di difesa, cinto da mura per conferire loro sicurezza in caso di attacchi principalmente provenienti dal mare a differenza di quanto accadeva ai villaggi indifesi ed esposti alla furia degli invasori. Inoltre, in caso di emergenza, le porte della Cittadella si aprivano per accogliere quegli abitanti che riuscivano a fuggire dalle zone invase, sia di giorno che di notte.

Nella Liguria costiera le Cittadelle – oggi ricordate soprattutto nelle intitolazioni stradali – erano presenti in ogni centro abitato di una certa consistenza, da Levante a Ponente della regione. In genere le componenti ufficiali presenti all’interno delle Cittadelle erano costituite dalle Cattedrali nelle quali erano contenuti i documenti anagrafici e notarili degli abitanti, essendo per molti secoli il potere ecclesiastico il detentore delle attestazioni ufficiali che per i singoli componenti della popolazione avevano come punti di riferimento i dati di battesimo, di matrimonio e di morte, gli atti di compravendita di terreni e di immobili, la composizione e il grado di moralità delle famiglie tramite la compilazione dello Stato delle Anime, ecc. Faceva parte degli edifici della Cittadella anche la chiesa di S. Nicolò nella quale venivano celebrati riti religiosi per i fedeli di Sestri Levante. Praticamente una città nella città.

Come abbiamo avuto modo di osservare in precedenza, oltre alle istituzioni religiose all’interno della Cittadella era presente un fortilizio turrito per un’estrema forma di difesa in caso di irruzione degli aggressori all’interno della cinta muraria, che aveva mutato il nome di Forte S. Nicolò dal Santo Patrono della chiesa. Scopi principali della torre erano le funzioni di avvistamento e di allarme tramite segnali di fumo o di fuoco, a seconda si trattasse di eventi giornalieri o notturni, per avvertire del pericolo la gente dei dintorni o delle località più lontane. La costruzione di quell’apparato difensivo a Sestri Levante viene attribuito all’o-opera protettiva della Repubblica di Genova nei confronti delle comunità sparse nel territorio ligure, a partire dal 1145.

Naturalmente i nemici del paese levantino non erano soltanto costituiti dai pirati barbareschi; un passaggio del testo storico di Quinzio Razzetta SESTRI LEVANTE INEDITA spiega infatti che la Cittadella subì nel tempo gli attacchi delle armate di Marcello Malaspina nel 1172, delle galee di Monaco nel 1336, dei Veneziani-Fiorentini alleati contro i Visconti “padroni di Genova” nel 1432. Racconta il Razzetta che la Cittadella “Da questo attacco ne uscì semidistrutta. Ricostruita nel 1440 fu monito continuo ai vari capi corsari e pirati saraceni Mugahid, Daragutt, Amurat Bey, Kirz e Aroudi (…) che dal 1000 al 1800, scorrazzavano sul nostro mare mettendo a fuoco villaggi e cittadine oltre a saccheggiare chiese, case e rapire uomini, donne e bambini”.  Il fortilizio aveva in dotazione tre cannoni che furono eliminati verso il 1885.

In seguito la fantasia di coloro che a vario titolo si occuparono delle vicende storiche della penisola attribuì alla torre d’avvistamento il nome di “Torre delle Aquile”. Ma ciò accadeva in un’epoca lontana da quegli episodi guerreschi che la denominazione poteva essere riferita. Infatti, tramontate le velleità offensive verso Sestri Levante e le altre località liguri per i nuovi ordinamenti burocratici, nel primo decennio dell’Ottocento all’interno del recinto dell’ex Cittadella fu costruito il cimitero comunale cittadino, con la parte superiore della torre riservata alla sepoltura dei bambini.

Nel corso della prima metà degli anni Trenta del ‘900, a sepolture ormai lontane, gli stessi motivi che avevano suggerito l’idea di istituirvi un osservatorio, suggerirono allo scienziato Guglielmo Marconi – come mostrano le fotografie pubblicate nel libro fotografico di Giacomo Rossignotti – l’idea di posizionarvi una stazione radio dalla quale lanciare segnali verso le varie direzioni. Dice in proposito la Professoressa Elena Breschi Scollo nella sua STORIA DI SESTRI LEVANTE che “i radioamatori del Tigullio hanno apposto sulla porta della torretta una lapide che ricorda gli esperimenti di Marconi e l’Associazione Radioamatori Italiani, Sezione Tigullio, ha fatto apporre sulle rocce della penisola che guardano la via del molo una targa bronzea che diceil 30 luglio 1934, in queste acque guidato da un radiofaro posto sulla torre dell’isola Guglielmo Marconi col suo panfilo Elettra coronò con successo i suoi esperimenti di navigazione cieca”.

Per tale motivo l’antica torre della Cittadella mutò ancora la sua denominazione diventando la Torre Marconi.

 

Fonti: Il Comune di Sestri Levante ieri e oggi, Maurizio Lamponi, 2009

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